Racconto di una voce fuori dal coro – e dentro il caos.
UN TUFFO NEL PASSATO, DENTRO MILANO
Sono tornata al 17⁰ secolo.
Eppure, è il 23 novembre 2023 e sono appena uscita dalla metro di Corso Lodi – che nel 1600 decisamente non c’era. Fuori dalla metro c’è il cuore milanese che pulsa, ma appena varco il portone della Cascina Cuccagna, eccolo lì, il 17⁰ secolo. Un sito storico diventato luogo di cultura e incontro, dove il tempo scorre più lento. Un’oasi di quiete incastrata nel caos cittadino: metafora perfetta del tema del Community Meeting organizzato dalla Comunità di Pratica di Coaching, l’associazione di promozione sociale nota come CPC: “In equilibrio sopra il caos. Tra promesse, incertezza e cambiamento”.
Salgo le scale alla ricerca della sala dove si terrà l’incontro, ed equilibrio e bellezza mi entrano fin da subito negli occhi: le travi in legno del soffitto, che emanano calore. Le pareti in pietra, con incrostazioni qua e là, simili a segni lasciati dal caos della vita. La luce che penetra lateralmente dalle ampie vetrate, sguardi sul mondo. La terrazza su cui esco a rubare qualche raggio di sole, soglia aperta su nuove possibilità. Tutto qui dentro mi parla di caos ed equilibrio – e lo fa con naturalezza.
Sono una copywriter e content writer, non una coach. Però adoro formarmi e imparare, per cui a breve inizierò un percorso di formazione nel coaching.
Sono un’invitata a questo incontro. Eppure, ovunque mi giri trovo uno sguardo-sorriso ad accogliermi. Persone sconosciute pronte a darmi la mano per presentarsi, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
SI APRONO LE DANZE, CON MARIO MARESCA
A partire da Mario Maresca, Executive Coach, membro del Consiglio direttivo della CPC e facilitatore dell’unità CPC Ponte,che prende il microfono per accoglierci e introdurre i relatori. Osservo sorrisi, calore, emozioni, che mi accompagneranno in ogni persona che parlerà in questa giornata. Mario ci invita a lasciarci sorprendere, ispirare e “fertilizzare”. E fertile è l’aria che respiro attorno a me. Giro lo sguardo sul verde delle piante che abbelliscono la sala. Mi sento un fiore che sta per (ri)fiorire.
LE RIFLESSIONI DI PAOLO MARINOVICH
Mario lascia la parola al Presidente della CPC, Paolo Marinovich. Appena prende il microfono, ci chiede come stiamo. Non ero pronta! Mi sento dentro un caldo abbraccio, con la luce che ci scalda di lato, illuminando le ombre. Luce e ombre, equilibrio e caos. Paolo ha un approccio “aperto” al caos. Ci invita a imparare a “starci”, nel cambiamento scatenato dal caos. A sperimentarlo con fare curioso, quasi investigativo: e se fosse proprio nella confusione odierna che si nascondono nuove opportunità per la figura del coach – e di conseguenza, per il coachee?
Paolo ci offre alcune indicazioni suggestive: auspica che il coach sappia farsi “immaginifico”, senza rinnegare i suoi valori fondanti e le sue regole, ma “estendendole”, per accogliere lo sconosciuto, il nuovo. Che il coaching non soccomba allo spavento del caos, ma si faccia anticipatore di invenzioni e imprenditorialità, ossia la capacità di stimolare una progettualità che vada a beneficio di tutti: coach, coachee, società. Paolo sa vedere oltre il caos, e ci porta con sé, nella sua visione “aperta”.
LE RIFLESSIONI DI SIMONE BUDINI
Paolo ha lanciato una danza, sopra il caos. Eppure la sensazione del momento è di un ballo “collettivo”, che sa trovare il suo equilibrio interno in una danza tra opposti. Ed è proprio di opposti che ci parla il relatore che segue, Simone Budini, professore di Filosofia Politica. Opposti come il “caos” – il vuoto, il dis-ordine, l’incapacità di scegliere – e il “cosmo”, l’universo, l’ordine. Simone lancia la palla-danza a noi: siamo terrorizzati dal vuoto, dalla scelta definitiva. E se invece fosse proprio quello, paradossalmente, il vuoto, a restituirci l’ordine – e l’equilibrio sopra il caso? Un percorso nel vuoto che si fa pieno dei nostri pensieri, delle nostre emozioni. Il saper fare nulla, lasciare spazio all’abisso, per riempirlo di quel che veramente conta. E nel percorso dal caos al cosmo, spingersi oltre, fin nella “cosmesi” – la bellezza dentro si sé.
LE RIFLESSIONI DI MARCO CALZOLARI
L’intervento di Simone è seguito da quello di Marco Calzolari, filosofo e formatore-coach per le aziende. L’entusiasmo di Marco ci travolge in un discorso dal taglio più pragmatico, incentrato su una metodologia “agile” che ha punti di contatto con le riflessioni precedenti. Marco ci invita ad assorbire la complessità e l’incertezza, piuttosto che cercare di risolverle. E dentro questa convivenza, imparare a distinguere le situazioni: non solo caotiche, ma complesse, complicate e chiare. E se predomina il dominio del caos, imparare a sperimentare pratiche nuove, con un approccio interattivo e incrementale, osservando una situazione e agendo fase dopo fase, in modo da misurarne l’effetto.
LE RIFLESSIONI DI GIULIO MASPERO
Continuiamo a ballare sopra il caos con l’ultimo intervento di Giulio Maspero, fisico e teologo, docente universitario e sacerdote cattolico. Giulio ci offre l’immagine di un caos che non fa paura, un “caos calmo” contenitore di vita (un po’ come il vuoto ricco di pensieri ed emozioni di Simone). Giulio sostiene l’importanza di recuperare la funzione della relazione, la parte sintattica (complemento essenziale di quella semantica), perché è la sintassi che permette alla semantica, al contenuto, di dare i suoi frutti. E dentro questa relazione, nutrire la domanda aperta che, al contrario di quella chiusa, libera chi la riceve.
COSA PORTO VIA CON ME?
Ho fatto il pieno di stimoli e riflessioni, e cerco di darci ordine. Anche la giornata di oggi, con i suoi interventi, è un “caos calmo” con dentro elementi di semantica e di sintassi. Cosa porto via con me, da questo incontro?
Penso alla mia vita. Sono parte di un caos calmo, di un vuoto che posso decidere di riempire. Prima di riempirlo, però, posso decidere di rallentare. Restare in silenzio, immobile, in ascolto delle mie emozioni. Posso riempire il mio abisso con la relazione e le sue sfide, con “approfondimenti sintattici” – bellissima espressione di Paolo Marinovich in apertura alla sessione dedicata ai lavori di gruppo. Sta a me trasformare il caos in cosmo e in cosmesi. Mettere ordine nel caos, con spunti di bellezza, con l’apertura alla relazione sintattica, alla domanda aperta che libera. Come persona, e come (futura) coach, può essere utile osservare con attenzione le situazioni in cui mi trovo e distinguerle – tra chiare, complicate, caotiche, complesse. La possibilità più grande che ho, è di indagare nuove strategie di equilibrio sopra il caos, in una danza che contenga la capacità di accogliere il vuoto, di sperimentare passo dopo passo, con apertura e sensibilità nelle relazioni – di vita e di aiuto.
E sta a me non scordare che, con le parole finali di Paolo, “Complessità e caos esistono da sempre ma oggi ce ne accorgiamo, dunque abbiamo la possibilità di trovare delle risposte”.
Bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante.
Friedrich Nietzsche, filosofo del 19⁰ secolo.