Ahi ahi, quant’è bello scrivere!

Dic 24, 2022 | Parole e Linguaggio | Visualizzazioni: 802

Scrivo con passione. Ossia, quando mi trovo a scrivere un testo digitale, per chi me lo commissiona, ci metto dedizione e cura, mi ci dedico con gioia ed entusiasmo, energia. Ma il tempo della scrittura si accompagna anche a impegno, concentrazione, fatica.

LA PARTE LUMINOSA DELLA PASSIONE

Ho sempre associato la parola “passione” a qualcosa di positivo. Luminoso, energico, roseo. L’immagine che ho è di chi fa qualcosa mettendoci tanto amore, cura, dedizione, energia, sorrisi. Come essere avvolti costantemente da una fiamma di fuoco, che ti alimenta con le sue fiamme calde. Come essere in preda a un’estasi continua, che ti fa andare avanti con forza e determinazione. Da questo punto di vista, “passione” è una parola che accende e illumina, prende fuoco e ti trascina dentro il suo fuoco. Una parola preziosa, da tenere con sé e portare dentro la propria vita, in qualche modo, per contaminarla con questa onda energetica luminosa.

LA PARTE OMBROSA DELLA PASSIONE

Poi un giorno mi è capitato di confrontarmi con Alessandro, amico poeta che conosce bene l’etimologia delle parole, e di trovarmi a riflettere su un diverso aspetto della parola “passione”. All’interno di una intervista per il mio blog Biocaffeina, ho fatto ad Alessandro una delle domande che faccio di solito, ossia: Qual è la tua “passione” nella vita, qualcosa che fai con estremo piacere, che ti riesce bene?

Alessandro mi ha risposto così: “Bisognerebbe cominciare col capire che cosa significa la parola ‘passione’. Nella tua domanda la descrivi come qualcosa che si fa ‘con estremo piacere’, anche se la parola deriva dal latino ‘passio-onis’ ed è collegata al verbo ‘patior’ che, in realtà, significa ‘patire, soffrire’”. Alessandro ha aperto in me uno spiraglio di riflessione nuovo, imprevisto. In effetti, a pensarci meglio, se collego la passione a qualcosa di doloroso, mi viene in mente la famosa “Passione di Gesù”. Ossia il percorso di sofferenza e l’agonia di Gesù Cristo, che ha portato alla sua crocifissione.

Alessandro mi ha poi spiegato il suo punto di vista: “Non dimentichiamo che ogni passione ha in sé anche questo significato di sofferenza. Non è qualcosa che si fa solo ricavandone del piacere; una passione costa anche della fatica, quando non propriamente sofferenza”. Passione e fatica, dunque. L’etimologia delle parole non mente, e io ringrazio Alessandro per questo spunto di riflessione.

LA PASSIONE DELLO SCRIVERE

Scrivere testi digitali per chi me li chiede è il mio lavoro. Che amo. Che faccio con passione. Chi scrive testi sul web, per aziende o privati, si relaziona con chi prima non conosceva. Si ritrova davanti un compito assieme stimolante e impegnativo.

Stimolante, perché è creativo: cosa mi ritroverò a scrivere? Scrivere è l’ultima fase di un processo più lungo: ti conosco, capisco di cosa ti occupi, capisco i tuoi obiettivi, progetto un’idea, scrivo un contenuto. Un percorso che, mentre lo fai, ti stimola la mente. Ti porta a cercare spunti, idee, non solo originali, ma adatte a chi te le ha chieste. Un processo in cui ti trovi immerso per periodi più o meno lunghi, al 100%, come quando ti ritrovi dentro un romanzo o un film, e ti senti parte di un mondo nuovo.

Impegnativo, perché deve arrivare a individuare una risposta unica e originale tramite il processo descritto sopra. Perché si ha spesso di fronte una persona o un prodotto che non si conosce bene. C’è da entrare in relazione con una persona nuova, con i suoi bisogni, i desideri, le aspettative. Poi c’è da studiare il suo prodotto, magari in un ambito nuovo per noi. C’è da conoscere. Informarsi. Fare ricerca. Tutte cose che costano fatica, ossia, come mi ricorda la Treccani online, “sforzo e travaglio dell’intelletto”. Fatica che può essere anche sofferenza fisica: non è per nulla facile, per il corpo tutto, passare molto tempo senza muoversi davanti allo schermo di un computer.

ESPRIMERE LA PASSIONE

Seguo (con passione!) il blog di Nicoletta Cinotti, una psicoterapeuta esperta di mindfulness e appassionata di scrittura. In un articolo del 30 gennaio 2016, Nicoletta scrive così della passione: “La passione non ha bisogno di cercare il piacere fuori: lo possiede già in se stessa e viene declinato dall’espressione e dalla padronanza con cui riusciamo ad affermarci, un piacere nutrito dai risultati ma che non dipende dal risultato. Dipende proprio dall’averla espressa, dall’aver amato, dall’aver sentito. E ha tutta la luce del giorno”.

Esattamente quello che provo quando scrivo un testo digitale: un piacere nutrito dai risultati, che non dipende dal risultato, ma dall’avere la possibilità di esprimere la mia passione dello scrivere

 

 

 

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Verusca Costenaro

Se non respiri attraverso la scrittura, se non piangi nello scrivere, o canti scrivendo, allora non scrivere, perché alla nostra cultura non serve.

Anaïs Nin, scrittrice.

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