Senti chi scrive

Dic 24, 2022 | Copywriting | Visualizzazioni: 824

Se sei sensibile, sei nel giusto, se sei troppo sensibile, sei nel torto. Se sei insensibile, sei nel torto e basta. Sensibilità, in realtà, mi ricorda la Treccani online, è semplicemente, nel suo primo significato, “capacità, attitudine a ricevere impressioni attraverso i sensi.” Dunque, qualcosa di fisiologico.

LA PAROLA SENSIBILITÀ

La parola “sensibilità” ha varie significati, ma quello che usiamo più comunemente è di “sensitività, particolare attitudine a risentire gli affetti, i sentimenti, le emozioni”. “Altre volte”, mi ricorda ancora la Treccani online, “la parola indica più precisamente delicatezza di sentimento e finezza di giudizio estetico: poetaartistamusicista di grande s.anima di raffinata s.d’una s. squisita (e per estens., di opera che riveli tale delicatezza: poesiadipintopagina musicale di squisita s.); lettore di scarsa s.non ho nessuna s. per la musicaper l’architettura, ecc.; oppure, finezza nel distinguere e nel giudicare tra differenze o sfumature qualitative: avere s. per i coloriper i suoni, ecc..”

SENSIBILITÀ COME CONSAPEVOLEZZA AL SERVIZIO ALTRUI

Di mio, ho sempre inteso la sensibilità come la capacità di lasciarsi coinvolgere dalle emozioni, senza filtri, ma anche, e soprattutto, di cogliere le sfumature nelle cose, nelle persone. In questo modo di intendere la sensibilità, sono vicina al sentire di una psicoterapeuta che ammiro e seguo, Nicoletta Cinotti. Di sensibilità parla nel suo blog, in un post del 13 settembre 2016, così:

“Essere sensibili significa sentire ciò che accade a noi e agli altri senza bisogno che sia ad alto volume. È una qualità, perché essere sensibili ci permette di vedere più facilmente la prospettiva altrui, permette di accorgerci di più elementi del panorama interno ed esterno. Per questa ragione la sensibilità potrebbe coincidere con la consapevolezza. Per essere consapevoli dobbiamo, infatti, aver sentito. E quindi più siamo sensibili e più siamo consapevoli di quello che accade”.

Un’attitudine preziosa, mi pare, per chi si occupa di copywriting e content writing, questa sensibilità che si trasforma in consapevolezza. Per chi scrive un contenuto digitale è importante riuscire a percepirle, coglierle, le sfumature intorno a un determinato brand o prodotto o servizio, e subito dopo, inserirle, queste sfumature, all’occorrenza, e nel modo più adeguato, dentro un testo digitale.

LA SENSIBILITÀ NEL COPYWRITING

Un tipo di sensibilità che mi interessa molto, nel mondo del copywriting, del content writing, dello storytelling, è una sensibilità vero le parole, verso i suoni. Verso la combinazione di parole e suoni. È come se il testo che scriviamo dovesse arrivare a possedere “il giusto ritmo”, nel vero senso del termine. La giusta armonia di parole, di frasi. Un testo né troppo lungo né troppo corto. Un testo piacevole da leggere. Un testo che “risuoni”, dentro chi lo legge, ma anche esternamente, se lo si legge ad alta voce. Un testo che sia in grado di coinvolgere chi lo legge, e alla fine, lo accompagni a compiere l’azione richiesta – dunque a essere efficace.

SENSIBILITÀ E POESIA

Saper sentire come “suona” un testo, richiede che, una volta scritto, lo si legga ad alta voce. Tecnica molto utile nel copywriting, per capire se il tutto “funziona” sul piano comunicativo, linguistico, stilistico, evocativo, emozionale. Come se fosse un testo poetico, declamato a gran voce per un pubblico in ascolto.

Nel 2010, mentre vivevo negli Stati Uniti, ho iniziato a scrivere poesie. Prima in inglese – dato che vivevo lì da 10 mesi, ed ero completamente immersa in quel contesto linguistico. Poi, una volta rientrata in Italia, anche in italiano. Scrivere poesie, è per tutti? Non lo so. Sicuramente, è per molti. Siamo in tanti a cimentarci in questo compito. Che, a dire il vero, non è proprio un compito. Per me, la poesia è qualcosa che ti capita. Ti arriva, spesso all’improvviso, come un fatto imprevisto della vita – senza darti modo di scegliere se volerla o meno, nella tua vita.

L’esperienza poetica, nel senso di avere alle spalle anni ed anni di scrittura in versi, porta ad affinare la sensibilità linguistica. Indipendentemente dalla qualità dei risultati finali, dal fatto di pubblicare o meno. Stare dentro il linguaggio poetico, leggere e scrivere poesia, è come un allenamento verbale e sonoro continuo, che accende i sensi, li rende più ricettivi. Come ci ricorda Donatella Bisutti nel suo libro La poesia salva la vita. Capire noi stessi e il mondo attraverso le parole (Feltrinelli Editore, 2010, pag. 19):

“[…] anche le parole possono diventare “oggetti”. Non avere cioè solo un significato, ma anche una forma, un colore, e magari anche un sapore o un modo di muoversi. Possono essere luminose o buie, lente o rapide. Una parola come “raffica”, per esempio, è veloce e turbina, come un colpo di vento improvviso. E da cosa dipende? Da quelle f che soffiano. Una parola come “chiara” è luminosa, per via di quelle a che si spalancano ad accogliere la luce”.

SENSIBILITÀ, POESIA, COPYWRITING

L’orecchio poetico è aperto, ricettivo, pronto a cogliere queste sfumature sonore. Forse all’orecchio di chi scrive testi sul web, queste sfumature diranno poco. Ma fanno la differenza, di sicuro, in chi le legge: creano sensazioni. Impressioni. Immagini più o meno vive e vivide. Solleticano, coinvolgono, tengono gli occhi inchiodati allo schermo. Modificano i pensieri, le percezioni. Hanno un qualche effetto, dunque. E chi scrive testi sul web, è quello che cerca, no, un effetto? La famosa Call to Action. Ecco, la scelta di una determinata parola invece di un’altra, può fare la differenza nell’azione che io, utente sul web, sarò portato a compiere.

Naturalmente, c’è differenza tra un testo poetico e un testo digitale con uno scopo commerciale. Ma, rendersi conto di tutte le sfumature che racchiude una parola, di ciò che può evocare dentro di noi – immagini, suoni, odori,  sapori, colori, sensazioni –,  avere questo tipo di sensibilità, è di sicuro utile a chi scrive un testo digitale destinato alla vendita. La consapevolezza del potere delle parole, è importante. La sensibilità verso le parole, ancora di più, per chi di mestiere scrive per un pubblico.

 

 

 

 

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Verusca Costenaro

All’uomo sensibile e immaginoso, che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo ed immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d’una campana; e nel tempo stesso coll’immaginazione vedrà un’altra torre, un’altra campagna, udrà un altro suono. In questo secondo genere di obbietti sta tutto il bello e il piacevole delle cose.

Giacomo Leopardi, poeta, filosofo, scrittore e filologo.

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Un’architettura di parole

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Il lavoro del copywriting e content writing è un percorso di costruzione, come avviene in architettura. Una costruzione in cui i mattoni sono le parole. Ci rifletto grazie a Gae Aulenti.

Copy, che??

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