E lessero felici e contenti

Dic 29, 2022 | Formazione e Bio | Visualizzazioni: 831

Divagazioni attorno alla parola “accessibilità”, con spunti legati alla mia carriera di docente di lingue e di copywriter. Quali applicazioni può avere, soprattutto, questa parola, nel mondo del content writing.

COME HO INCONTRATO L’ACCESSIBILITÀ

Ho scoperto la parola “accessibilità” tra e il 2012 e 2014, quando ho collaborato come ricercatrice e formatrice con DEAL (Differenze Evolutive e Accessibilità nell’apprendimento Linguistico), gruppo di ricerca dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Avevo da poco terminato un dottorato di ricerca, che mi aveva portata a studiare alla University of Texas di Dallas, negli Stati Uniti. In particolare, avevo studiato l’acquisizione linguistica, cioè come impariamo a comunicare (parlare e scrivere) nella nostra lingua nativa, i cosiddetti disturbi specifici dell’apprendimento, come la dislessia (difficoltà di lettura), le strategie per rendere più accessibili i testi da leggere, per chi ha difficoltà di lettura. L’obiettivo del gruppo DEAL era individuare le strategie, tecniche e pratiche didattiche e linguistiche in grado di rendere l’acquisizione di una lingua straniera il più accessibile possibile agli alunni con dislessia. Cioè: come può una persona che ha difficoltà di lettura, imparare a parlare e scrivere in inglese, a scuola, nel modo più agevole possibile?

L’incontro con la parola “accessibilità”, devo ammetterlo, mi ha cambiato la vita. Rendere qualcosa il più accessibile possibile, è diventato per me obiettivo prioritario nei miei vari ruoli professionali. Nel mio lavoro di insegnante di lingue, e ogni volta che scrivo un testo da caricare online, come copy e content writer.

ACCESSIBILE A CHI IMPARA UNA LINGUA

Accessibilità, all’interno del gruppo DEAL, era un termine che non apparteneva di per sé al mondo dell’insegnamento e apprendimento delle lingue straniere. Era stato preso in prestito dal settore della tecnologia, con riferimento alle “tecniche informatiche  che consentono di rendere un prodotto facilmente fruibile a chiunque, incluse persone con una qualche forma di disabilità o difficoltà individuale”, leggo a pagina 44 di “Glottodidattica per i Bisogni Educativi Speciali”, numero monografico della rivista EL.LE, Educazione Lingusitica, del 2012, a cura di Michele Daloiso.

L’accessibilità che intendevamo noi del gruppo DEAL però, più che a livello tecnologico, voleva operare sul piano dell’insegnamento/apprendimento linguistico, da cui la definizione, tratta sempre dal sopracitato numero monografico (pag. 49): “Per “accessibilità glottodidattica” s’intende un processo costituito da precise scelte teorico-metodologiche che il docente compie allo scopo di garantire pari opportunità di apprendimento linguistico all’allievo con bisogni speciali massimizzando l’accesso (e dunque rimuovendo le relative barriere) ai materiali, ai percorsi e alle attività didattiche sul piano fisico, psico-cognitivo, linguistico e metodologico”.

ACCESSIBILE A CHI HA DIFFICOLTÀ DI LETTURA

Questo concetto di accessibilità ha avuto conseguenze nella mia carriera di scrittrice di contenuti digitali. È importante più che mai, di questi tempi digitali, in cui molti di noi passano molto tempo sul cellulare a leggiucchiare qua e là, che chi scrive sul web si faccia questa domanda: “Quello che scrivo, è abbastanza accessibile a chi mi legge su schermo?” E soprattutto, cosa può voler dire, per chi scrive copy o post o articoli sul web, scrivere un contenuto “accessibile”? Un copy difficilmente sarà in grado di intervenire sul lato “visuale” del copy – ci sono altre figure predisposte a quello. Ma potrebbe avere interessa a conoscere, a grandi linee, i suggerimenti di tipo grafico che facilitano la lettura a chi fa fatica a leggere.

Condivido una serie di suggerimenti per chi ha difficoltà di lettura, che ho fatto mie grazie alla mia esperienza di docente di lingue con in classe alunni con difficoltà di lettura, sia come membro del gruppo di ricerca DEAL:

ADATTAMENTO GRAFICO

  • Sfondo con colori pastello
  • Niente caratteri in corsivo o sottolineati
  • Testo giustificato a sinistra
  • Una frase intera in una riga, senza spezzarla andando a capo
  • Font senza grazie, di grandezza 13-14
  • Interlinea di almeno 1,5
  • Il grassetto per evidenziare concetti o parole-chiave

ADATTAMENTO SINTATTICO-LESSICALE

  • Inserimento di titoli e sottotitoli
  • Testo suddiviso in paragrafi
  • Frasi brevi, semplici, di stile paratattico

E, naturalmente, uso di immagini, fotografie, illustrazioni, schemi, tabelle, grafici e altri input visuali in grado di favorire la comprensione.

Molte cose fanno già parte del testo digitale, come le immagini, il titolo, i sottotitoli, la suddivisione in paragrafi, l’uso del neretto per evidenziare parole o concetti. Per l’adattamento sintattico-lessicale, c’è da capire l’obiettivo del contenuto digitale che scrivo: mi sta bene uno stile conciso, breve, essenziale, oppure mi serve una lingua più colorita, fiorita, stravagante?

In tal caso, può essere un’idea accompagnare il testo scritto da un testo orale, letto ad alta voce, per esempio, un audio registrato o un podcast. Di modo che ci sia un accesso anche per chi ha difficoltà a leggere un testo più “arzigogolato”.

Questi vogliono essere spunti di riflessione, non dogmi.  Il lavoro di chi scrive sul web è un percorso che contiene varie complessità e sfumature, che va affrontato, nutrito, moderato con attenzione alla realtà a cui si rivolge. Ma senza mai dimenticare, la realtà più ampia – ampissima – della molteplicità e varietà che popola e attraversa oggi il mondo digitale.

 

 

Se clicchi qui, trovi i miei servizi di scrittura digitale e formazione, che si fondano proprio sul concetto di accessibilità.

Verusca Costenaro

Le persone hanno una cosa in comune: sono tutte differenti.

Robert Zend, poeta e scrittore.

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Falla semplice!

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I miei studi sulla lingua inglese e la mia esperienza come formatrice mi hanno insegnato il valore della semplicità. Ci rifletto assieme ad alcune osservazioni di Annamaria Testa.