Un’architettura di parole

Gen 7, 2023 | Copywriting | Visualizzazioni: 1850

Il lavoro del copywriting e content writing è un percorso di costruzione – quasi come avviene nell’architettura. Una costruzione in cui al posto dei mattoni si usano parole. Ci rifletto prendendo spunto da un libro su Gae Aulenti.

COSTRUIRE CASE O TESTI

“Serve un lavoro analitico molto attento, prima di progettare: studiare la storia, la letteratura, la geografia, persino la poesia e la filosofia. Bisogna inventarsi le soluzioni volta per volta e i libri aiutano. Poi viene la sintesi, infine la parte profetica: la capacità di costruire cose che durino nel futuro”.

Sono parole di Gae Aulenti, ossia Gaetana Emilia Aulenti, nota designer e architetto – come preferiva farsi chiamare, al maschile (e rispettiamo la sua volontà). Sono parole che si riferiscono all’architettura, ma potrebbero riferirsi benissimo anche alla scrittura. Seguendo pari pari le parole di Aulenti, anche per progettare un testo digitale che sarà letto sul web, occorre

  • un lavoro analitico e attento;
  • studiare, se non si conosce l’argomento;
  • arrivare a conoscere il brand, il prodotto o servizio di cui si scrive;
  • avere ben chiare le richieste, gli obiettivi, le esigenze di chi commissiona il lavoro;
  • servirsi di libri per approfondire;
  • la sintesi “profetica”: costruire testi che durino.

Le parole che mi ispirano queste riflessioni sono tratte dal volume di Annarita Briganti, Gae Aulenti. Riflessioni e pensieri sull’Architetto Geniale (Cairo, 2022).

(RI)COSTRUIRE DALLE MACERIE

Siamo dentro un mondo comunicativo digitale “sovraccarico”. Di parole, opinioni (spesso non richieste), (pre)giudizi, (sputa)sentenze, logorree da social network, frasi d’odio a caso (i famosi haters). Un gran cumulo di macerie di parole.

Macerie è una parola che usa la stessa Gae Aulenti, per parlare del suo lavoro: “Non sopporto le macerie”. Nel Dopoguerra nasce il suo desiderio di fare architettura. Dopo aver assistito alla distruzione attorno a sé, vuole dedicarsi a (ri)costruire: “L’architettura è un mestiere utile”, dirà. La scrittura di contenuti digitali è un mestiere utile – dico io. Oggi più che mai c’è bisogno di (ri)costruire con le parole, testi che (ri)diano dignità a una comunicazione sovraccarica e disfunzionale. Che rimettano ordine nel magma di affermazioni e opinioni spesso urlate a sproposito sul web. Che ridiano dignità e valore alla comunicazione. In questo senso, il copywriting e il content writing diventano una forma di resistenza e opposizione a chi prova a distruggere la comunicazione sul web.

CONTAMINAZIONE DI PAROLE

Un altro importante architetto italiano, Aldo Rossi, pronuncia parole importanti il giorno in cui riceve il Premio Pritzker, nel 1990 “per la sua architettura semplice e al tempo complessa”. Cito dal libro di Briganti: Non ho mai creduto che una professione possa essere disgiunta dalla cultura […] e sono affascinato dalla possibilità di costruire in diversi posti e Paesi. È come se tutte le culture di questi diversi Paesi creassero la mia architettura e insieme formassero un intero”.

Allo stesso modo, come l’architettura, la scrittura è un processo “semplice e al tempo complesso”. Uno degli obiettivi di chi scrive, è  di rendere “semplici”, nel senso di comprensibili e accessibili, contenuti potenzialmente complessi, per chi legge. Anche la scrittura, poi, si nutre di cultura. La scrittura vive, si nutre di contaminazione: suoni che richiamano suoni, parole e combinazioni di parole che danno vita a immagini, suscitano sensazioni. Le parole hanno un effetto su chi legge, grazie alla somma di vari elementi combinati tra loro. Grazie alla contaminazione.

SCRITTURA CIVILE

Rossi continua il suo discorso con questa affermazione: […] credo in una grande architettura civile che ha la capacità di ricomporre le nostre città, rendendo le nostre vite più libere, più visibili, più belle”.

Allo stesso modo, io credo in una scrittura civile in grado di riequilibrare certe dinamiche comunicative. Una scrittura in grado di comporre contenuti che arricchiscano le nostre vite, ne diano valore, le rendano più significative e “belle” – spensierate anche. Una comunicazione basata sul “bello”, dove le parole sono scelte con cura. Una scrittura che prova a fare ordine nel caos delle parole sul web. Che sceglie combinazioni inedite, originali, attraenti, capaci di creare armonia. In modo che, quando mi trovo a leggere quel testo online, io mi senta in qualche modo “bene”. Un testo che mi faccia esclamare “Wow”. Sollevare un pensiero, una riflessione, un desiderio. Che mi rimetta un po’ l’anima in pace – in mezzo al brontolio comunicativo quotidiano sul web.

NOI E IL FUTURO

A proposito del ruolo di chi costruisce case e spazi, Gae Aulenti ha una concezione piuttosto “alta”, che definisce così (cito sempre dal libro di Briganti): “Le architette e gli architetti sono coloro che inventano/reinventano la città, anticipano il futuro, permettono che un futuro ci sia”.

Un compito di valore ce lo ha anche chi scrive per essere letto: un o una copywriter o content writer, chi scrive contenuti digiali, in un certo senso “re-inventa” la comunicazione. Grazie a forme nuove e inedite, a combinazioni di parole originali, a neologismi, chi usa la lingua scritta e con essa crea testi, anticipa il futuro della comunicazione e permette che un futuro comunicativo ci sia.

“Bisogna creare spazi per le persone, a prescindere dalle loro possibilità materiali, bisogna creare spazi confortevoli per le persone”, esclama Aulenti, con convinzione. Allo stesso modo, un testo scritto che sarà fruito online, in maniera accessibile e gratuita, diventa uno “spazio di pensiero”. Il o la copywriter crea uno spazio immateriale prezioso utile per domandarsi, riflettere, desiderare. Ciò ci cui c’è bisogno, di questi tempi sovraccarichi e veloci. Uno spazio in cui sof-fermarsi, uno spazio di lettura che sappia farsi “altro”, espandersi oltre i propri scopi primari.

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Verusca Costenaro

Ci troviamo in un momento in cui una comunicazione aperta e onesta non solo è necessaria, ma è rivoluzionaria.

Gae Aulenti, archietta e designer.

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